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Karamare 2018

admin Posted On Ottobre 22, 2022
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Oggi, per il consueto appuntamento con #lanostraenoteca, Piero non ha solo scelto uno dei vini che siamo fieri di avere nella nostra collezione; ha scelto una storia. Un esempio. Un racconto emblematico che ci insegna come, dietro a quella bottiglia che vedete là, in mezzo a tutte le altre, ci sia passione, instancabile lavoro, sofferenza, impegno, paura di non farcela e… rinascita.

Di seguito il pensiero e la #degustazione completa del nostro Piero Careddu 👇

“Vedere le prime foto di Roberto dopo l’incubo è stato bello. In pochi sanno che poco più di un anno fa ebbe un importante problema di salute.⠀

Tra noi amici ci fu una specie di tacito accordo per mantenere un rispettoso silenzio in attesa di buone notizie. ⠀

Oggi Roberto sta bene, ha riacquistato tutte le funzionalità, e vederlo in campagna, in cantina o davanti al mare di Santa Maria è una gioia per tutti noi che, ognuno a modo nostro, gli siamo stati vicini.⠀

Tanta ammirazione anche per suo fratello Lorenzo che, da un giorno all’altro, si è ritrovato sul groppone tutta la baracca da mandare avanti con le proprie braccia e con il pensiero rivolto al fratello in condizioni inizialmente molto preoccupanti. ⠀

Qualche giorno fa, pensando a loro, ho stappato una bottiglia di Karamare 2018 che non assaggiavo da un po’. ⠀

Che sorpresa! Questo Cannonau bianco, forse il loro vino più rappresentativo, mostra una tenuta nel tempo sorprendente: tutta la spinta sapido-minerale, che fin dai primi mesi dopo l’imbottigliamento elargiva quasi sgomitando, è rimasta intatta a marcarne la complessa personalità ma arricchendosi di curve morbide e setose. ⠀

L’olfatto porta le firme iniziali di iodio e roccia calda ma con l’entrata, in seconda battuta, di confettura di pere Williams e matricaria. In bocca è diventato un nettare, all’inizio rotondo e carezzevole, che riceve graffi salini e amarognoli che rimettono in gioco gli equilibri. ⠀

Il finale è lungo e dissetante e 𝒍𝒂 𝒃𝒐𝒄𝒄𝒂 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒏𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒅𝒐𝒑𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒂 𝒏𝒖𝒐𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒂 𝑪𝒂𝒍𝒂 𝒅𝒆𝒊 𝑮𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂𝒏𝒊, 𝒊𝒏 𝒖𝒏𝒂 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒂𝒕𝒂 𝒓𝒐𝒗𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒍𝒖𝒈𝒍𝒊𝒐.⠀

Un vino che ha inaspettatamente assunto i connotati di un grande bianco, di quelli che se la possono correre su palcoscenici internazionali. Intanto chi ha la fortuna di possederne ancora qualche bottiglia, se lo goda con primi piatti della tradizione, pesci grassi salsati, zuppe ivernali, formaggi caprini semistagionati. ⠀

Bentornato Roberto, 𝒃𝒆𝒏𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒂 e alle tue vigne.”

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