Quello che mi piace di Adele Illotto e Maurizio Altea, aldilà dei loro ottimi vini, è la continua tensione verso la ricerca di nuove idee e soluzioni ma senza perdere mai di vista radici e identità. Ho già raccontato altre volte che sono stati i primi ad aprire la strada del vino naturale in Sardegna: era la fine del secolo scorso e loro già avevano fatto scelte visionarie per quegli anni, proponendosi in un momento in cui enologia e ristorazione avevano preso quella deriva di omologazione che, ahinoi, continua ancor oggi. DUO è l’ ultimo “figlio” nato dal loro ménage di creatori di vini veri. Monica e Barbera Sarda, due uve bandiera del profondo sud, si ritrovano in questo incontro virtuoso, regalandoci un vino che possiede agilità di bevuta senza rinunciare ad una calda e complessa personalità. È di un bel rosso granato profondo e di buona densità. L’olfatto è ricco di sfumature che all’inizio evocano ricordi di humus ed erbe officinali, per poi lasciar spazio alla frutta rossa e a una dolce speziatura. In bocca è un rincorrersi di piacevoli equilibrismi tra le curve morbide degli alcoli e i tannini, ruvidi quanto basta per regalare una bevuta fresca e disinvolta ma tutt’altro che scontata. Bello e lungo il finale tutto giocato sul frutto e sul balsamico. Un vino sicuramente eclettico nel rapporto con la cucina: dai primi piatti di paste fresche con sughi invernali, passando per la polenta ripassata al forno con salumi, pesci grassi alla brace, formaggi di stagionatura medio-lunga. A BREVE A SASSARI SUGLI SCAFFALI DI ENOTECA BISTROT